Athleta di fano lysippos biography
Gli occhi, mancanti, furono probabilmente realizzati separatamente in pietra colorata o pasta vitrea e inseriti a fusione ultimata, mentre i capezzoli sono in rame. I capelli corti sono raggruppati in ciocche fluenti e ondulate che si dipartono uniformemente verso destra e sinistra a partire dall'altezza dell'occhio sinistro.
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La struttura rigorosamente geometrica dell'opera, riscontrabile nell'anatomia del corpo e del viso, rimanda ad ambiente peloponnesiaco e sicionio in particolare. Gli studiosi che datano invece la statua a una fase di elaborazione nella carriera di Lisippo, intorno al a. La scultura avrebbe potuto far parte di un gruppo scultoreo-celebrativo di alcuni atleti vittoriosi, posto in un santuario greco-panellenico come a Delfi o Olimpia.
Ancora a Viacava si deve l'ipotesi dell'identificazione del giovane con Seleuco Nicatore , ipotesi che concorda con una datazione al a. Con questa tecnica non si poteva ottenere la statua in un'unica colata ma le varie parti, come tronco, testa, braccia e gambe, venivano realizzate separatamente e solo successivamente unite per saldatura.
A volte, nella terra da fonderia rimangono incluse anche piccole parti organiche come ossi o, come successo in questo caso, gusci di nocciole e noccioli di olive [ 5 ] , che hanno permesso l'analisi e la datazione con il metodo del carbonio Questo elemento cronologico e soprattutto considerazioni di tipo stilistico hanno portato la statua ad essere forse attribuibile allo scultore greco Lisippo.
Essa fu rinvenuta nell'estate del nel mare Adriatico al largo di Fano catturata dalle reti del peschereccio italiano "Ferruccio Ferri". Infatti, nel primo caso il reperto apparterrebbe allo Stato italiano, [ 14 ] nel secondo caso essendo l'Atleta issato su un'imbarcazione battente bandiera italiana [ 15 ] e successivamente sbarcato a Fano , in Italia, sarebbe dovuto ricadere sotto la legislazione italiana che impedisce l'esportazione di opere archeologiche [ 16 ] e avrebbe dovuto essere soggetto all'obbligo di notifica al ministero competente in questo caso il Ministero della cultura.
One month later, Giacomo Barbetti, a wealthy antiquarian from Gubbio (50 miles from Fano), looked at the bronze and identified it as a Lysippis.
L'armatrice era la signora Valentina Magi. In seguito, la statua fu portata da Pietro Barbetti e da Fabio Barbetti nella canonica di don Giovanni Nargni e qui custodita per diverso tempo. Poi la Cassazione rimise i 4 nuovamente al giudizio della Corte d'Appello, che li assolse con formula piena. Secondo altre ipotesi, da confermare, la statua fu invece esportata in una cassa di medicinali verso una missione religiosa in Brasile , in cui operava un conoscente dei Barbetti.